Vedevo la sua nuca
la mia ombra si allungava
quasi a toccarla
oltre l’orizzonte
si disegnavano
improvvisi giochi di correnti
e azzurri profondi
i pensieri restavano intrappolati
io incapace di soffrire oltre
leggevo presagi nei capelli
che fluttuavano scomposti
al flusso del vento i chiaroscuri
raccontavano cose nuove
la musica che conoscevo si sfuocava
il suono cercava nuovi equilibri
ritardava le mie attese si distorceva
ero immobile
il tempo di una morte
impossibile da accettare
che sgretolava il passato ed il futuro
il presente si schiantò
nel mio silenzio
con fragore assordante
non ho coraggio per chiedermi
quanto sono ancora vivo .
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